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lunedì, maggio 28, 2007


La McLaren è tornata, così come è tornato alla vittoria Fernando Alonso, dopo aver centrato solo un successo (in chiave 2007) a Sepang, nel corso della seconda prova stagionale. Oggi, con la doppietta realizzata dallo spagnolo campione del mondo e dal suo compagno di team, la Ferrari ha ricevuto una bella mazzata in classifica Costruttori e un segnale forte e chiaro dai rivali vestiti d’argento, la cui partenza è un po’ il riassunto del messaggio lanciato a Maranello: Alonso impegnato a confermare la propria supremazia, Hamilton molto deciso nel chiudere senza esitazioni la porta in faccia a Felipe Massa, “condannato” anche dal tracciato a restare in terza posizione. Terza posizione che, però, va letta nel giusto modo: sei punti fondamentali, finalizzati a mantenersi a distanza ravvicinata dai rivali della McLaren, che adesso comandano la classifica Piloti con 38 punti a testa, contro i 33 del ferrarista brasiliano. Viene da chiedersi (e forse non è la prima volta quest’anno) come mai la Ferrari non sia stata più competitiva e soprattutto più vicina al duo di testa. Raikkonen a parte, che per l’errore commesso in qualifica è partito dalla quindicesima piazza, Massa ha dovuto “semplicemente” limitare i danni. Lavoro svolto, tra l’altro, alla perfezione. Nella prima frazione di gara Felipe sembrava in grado di tenersi comunque vicino ad Hamilton (e quindi ad Alonso), mentre dopo la prima sosta c’è stato il crollo quasi totale. Le McLaren giravano quasi due secondi più rapide del brasiliano ad ogni giro. Una differenza improvvisa ed apparentemente inspiegabile, anche perché Alonso e Massa non hanno adottato strategie poi così diverse ai box… L’unica motivazione immediatamente reperibile è data dall’impiego completamente diverso delle gomme che hanno fatto i due team: sia Fernando che Lewis hanno montato coperture morbide in partenza, fino alla seconda fermata, utilizzando poi le dure nell’ultimo tratto di corsa. Massa, invece, ha fatto esattamente l’opposto, usando le gomme morbide dalla prima sosta alla fine del gran premio. Sicuramente non è soltanto questo il motivo del gigantesco divario che si è visto oggi (praticamente tutti doppiati, compreso Fisichella, quarto all’arrivo!): Montecarlo non è una pista tradizionale per un grande insieme di motivazioni che è inutile ripetere ancora. Chi parte davanti nel Principato può scrivere serenamente la storia della gara senza particolari difficoltà: è sufficiente essere concentrati e non commettere errori, che qui si pagano con gli interessi (non vogliamo essere cattivi, ma basta chiedere a Raikkonen). Probabilmente oggi Alonso non avrà dovuto temere né le Ferrari né nessun altro, ma Lewis Hamilton, ancora una volta, ha fatto sua la seconda posizione, con cinque podi su cinque gare (un terzo posto e quattro seconde piazze), la leadership ancora in pugno (sebbene ex aequo con il suo compagno di squadra) e la conferma di poter davvero aspirare al titolo. La McLaren, del resto, è stata un po’ come la Ferrari di qualche tempo fa: senza dare troppo nell’occhio ha cercato il gioco di squadra, eliminando possibili (e plausibili) lotte intestine. Per ora Lewis Hamilton ci sta, perché è giovanissimo ed è già molto avanti in questa Formula Uno, nonostante i suoi ventidue anni. Ma siamo sicuri che oggi, quando si trovava a pochi secondi da Alonso, la fortissima tentazione di giocarsela per la vittoria gli sarà venuta. Come dargli torto? Prossimo appuntamento: Montreal, Gran Premio del Canada.

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posted by Attanasio Corse at 2:12 PM
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